Non è facile ricavare, nella routine di ogni giorno, il tempo per ripercorrere con calma i lavori chiusi. Eppure è utilissimo, sia per sé stessi, sia per chi condivide interessi simili.
Una strada ce l’abbiamo sotto gli occhi: un bel blog depositario di pensieri quotidiani.
Un’altra strada la sto battendo da qualche mese. Quando ne ho l’occasione, provo a tradurre le mie riflessioni in qualcosa di più strutturato e ufficiale. Questo sana pratica ha prodotto già qualche risultato (che posterò tra queste pagine), ma il prossimo approdo è per me veramente emozionante:
Giovedì 2 settembre parteciperò al convegno EASST ospitato dall’Università di Trento. Il convegno, intitolato "Practicing Science and Technology, Performing the Social", verte sullo snodo tra scienza e società, e una delle sessioni si concentra sul ruolo di mediazione dell’arte e delle installazioni museali.
Per cui, fresco dell’inaugurazione del Museo delle Solfare di Trabia-Tallarita (ibrido tra museo della tecnica e museo di storia sociale), eccomi a portare la mia modesta esperienza al convegno.
La mia presentazione sarà giovedì 2 settembre 2010, alle ore 15 circa, Facoltà di Sociologia, via Verdi 26, Stanza 4.
I presupposti teorici, le decisioni, i compromessi e gli imprevisti che portano ad una mostra finita sono in genere nascosti alla vista del pubblico. Sono stati messi da parte, assieme alle attrezzature degli addetti alla pulizia (Sharon Macdonald, The Politics of Display, p. 2).
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